Pelléas et Mélisande

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Pelléas et Mélisande – Claude Debussy
Dramma lirico in cinque atti e dodici quadri

Libretto di Maurice Maeterlinck

Nuova Produzione Teatro alla Scala

 

L’opera che Claude Debussy trasse dal dramma simbolista di Maurice Maeterlink è tra i massimi esiti del teatro musicale d’ogni tempo. Il palcoscenico scaligero ricorda allestimenti di rilievo assoluto: basti ricordare le direzioni di Victor de Sabata nel 1948 e 1953, quella di Herbert von Karajan nel 1962 o lo storico allestimento di Antoine Vitez con Claudio Abbado sul podio nel 1986, mentre Georges Prêtre ha diretto le edizioni del 1973, 1977 e 2005. In una storia interpretativa così prestigiosa si inseriscono il ritorno della fresca intelligenza interpretativa di Maxime Pascal, tra i più coinvolgenti direttori francesi di oggi che alla Scala ha diretto importanti titoli contemporanei, e il debutto scaligero di Romeo Castellucci, un regista italiano di riferimento, regolarmente invitato nei grandi teatri e festival europei, la cui concezione di un teatro sacrale e visionario, profondamente radicato nella storia dell’arte, promette un incontro prezioso con
il simbolismo dell’opera di Debussy.

 

 

Trama

 

Atto primo

Scena 1: Una foresta nel regno di Allemonde.
Golaud, nipote di Arkël, re di Allemonde, vagando nella foresta, vede nei pressi di una fontana una fanciulla, la avvicina e lei gli racconta di chiamarsi Mélisande, di essere fuggita da un paese lontano e di non ricordare più nulla del proprio passato. Golaud invita la giovane a seguirlo al castello e lei lo segue come incantanta.

 

Scena 2: In una stanza del castello.
Golaud ha sposato Mélisande, ma teme il parere contrario del re; con una lettera egli chiede a Pelléas, suo fratellastro, di intercedere presso Arkël. Il sovrano concede infine il suo consenso che viene comunicato da Pelléas con l'accensione di una fiaccola sulla torre del castello.

 

Scena 3: Mélisande è malinconica e si confida con la madre di Golaud, Geneviève, che, per distrarla, la invita ad accompagnare Pelléas a vegliare il giovane Yniold, il figlio che Golaud ha avuto da un precedente matrimonio.

 

Atto secondo

Scena 1: Una fontana nel parco del castello.
Pelléas e Mélisande si incontrano nei pressi di una fontana e qui la giovane rievoca il suo incontro con Golaud, ormai suo marito. Mélisande, sfiorando l'acqua con la mano lascia inavvertitamente cadere l'anello nuziale; l'acqua è profonda e l'anello è perduto.

 

Scena 2: Cadendo da cavallo Golaud si è ferito e viene assistito da Mélisande che scoppia a piangere. Quando Golaud si accorge che al dito della moglie manca l'anello ne chiede spiegazione. Mélisande racconta di averlo perduto sulla riva del mare, in una grotta, mentre cercava conchiglie per Yniold; acconsente quindi di andarlo a cercare facendosi accompagnare, poiché è notte, da Pelléas.

 

Scena 3: Pelléas e Mélisande giungono davanti alla grotta e la giovane entra per poterla poi descrivere a Golaud. Alla luce della luna si scorgono all'interno tre mendicanti addormentati. Sconvolta e impressionata Mélisande fugge, subito seguita da Pelléas.

 

Atto terzo

Scena 1: A una finestra del castello Mélisande pettina i suoi lunghi capelli biondi quando giunge Pelléas che le chiede di baciarle la mano poiché a breve dovrà partire; sporgendosi la giovane fa cadere la sua lunga chioma su Pelléas che la afferra e la bacia. Golaud li sorprende e li rimprovera allontanandosi poi inquieto e turbato.

 

Scena 2: Nei sotterranei del castello Golaud mostra al fratellastro uno stagno cupo e misterioso; mentre si sporge per osservarlo, Pelléas rischia di cadere, ma viene sorretto e salvato da Golaud.

 

Scena 3: Mélisande aspetta un figlio e il marito avverte Pelléas di non turbare la giovane poiché anche le minime emozioni potrebbero nuocerle.

 

Scena 4: La gelosia si sta insinuando nell'animo di Golaud; egli interroga il piccolo Yniold per sapere la verità e scopre così che Pelléas e Mélisande stanno spesso insieme. Sollevando il figlio davanti alla finestra lo obbliga a dirgli che cosa stanno facendo i due giovani; i due sono insieme nella stanza di Mélisande in silenzio con gli sguardi trasognati.

 

Atto quarto

Scena 1: Prima di partire Pelléas chiede a Mélisande di rivederla per l'ultima volta presso la fontana. Poco dopo la giovane incontra Arkël e Golaud; convinto della sua infedeltà, Golaud interroga la moglie bruscamente e, non avendo risposta, la afferra per i capelli e la trascina per terra. Il re accorre in suo aiuto e riesce a calmare Golaud.

 

Scena 2: Alla fontana del parco Pelléas incontra Mélisande e le rivela il suo amore; i due giovani si abbracciano, ma vengono sorpresi da Golaud che ha una spada sguainata; egli si avventa su Pelléas e lo uccide, quindi ferisce anche Mélisande.

 

Atto quinto

Mélisande, in fin di vita, è nella sua stanza e ha dato alla luce una bambina. Golaud, al suo capezzale, le chiede perdono, ma vuole sapere se lei ha amato Pelléas. La giovane chiede di vedere la sua bambina e dopo poco si spegne. Il re e Golaud escono in silenzio dalla stanza.

Programma e cast

Pelléas – Bernard Richter
Mélisande – Sara Blanch
Golaud – Simon Keenlyside
Geneviève – Marie-Nicole Lemieux
Arkel – John Releya

 

Direttore: MAXIME PASCAL
Regia, scene, costumi e luci: ROMEO CASTELLUCCI
Drammaturgia: CHRISTIAN LONGCHAMP

 

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Teatro alla Scala Pacchetti Turistici

Il Teatro alla Scala di Milano (citato spesso semplicemente come la Scala) è uno dei teatri più famosi al mondo: da oltre duecento anni ospita artisti internazionalmente riconosciuti ed è stato committente di opere tuttora presenti nei cartelloni dei teatri lirici di tutto il mondo. È situato nell'omonima piazza, affiancato dal Casino Ricordi, oggi sede del Museo teatrale alla Scala.

Il teatro prende nome dalla Chiesa di Santa Maria alla Scala, a sua volta così intitolata in onore della committente Regina della Scala. La chiesa fu demolita alla fine del XVIII secolo per far posto al teatro (“Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala”), inaugurato il 3 agosto 1778 con L'Europa riconosciuta, dramma per musica composto per l'occasione da Antonio Salieri.

A partire dall'anno di fondazione è sede dell'omonimo coro, dell'orchestra e del corpo di Ballo, dal 1982 anche della Filarmonica.

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