Campogrande, Ščedrin e Bizet

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Giugno 2025
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Opere d’arte. Maneggiare con cura.
C’è modo e modo di fare le cose. Le opere d’arte sono lo specchio del momento storico in cui sono state concepite, sono frutto di un’etica e di un’estetica ben precisa, e tale, necessariamente, deve rimanere. E’ impensabile concepire una tragedia shakespeariana senza fare i conti con la monarchia inglese del tempo, è del tutto fuorviante prendere in considerazione La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso senza fare i conti con i valori cristiani che hanno permeato lo spirito delle Crociate, è inutile confrontarsi con Via col Vento senza fare i conti con la società americana degli anni ’20.
Rodion Ščedrin ci mostra un modo di prendere un’opera d’arte e farla rivivere, senza tuttavia tradirne la vocazione e lo spirito originario. La Carmen Suite è capolavoro dal punto di vista formale e dal punto di vista contenutistico, è un gioiello in cui Georges Bizet rivive trasfigurato, pur rimanendo Bizet, senza aggiungere né togliere niente. Questo è un lavoro degno di un’artista, che non rinuncia al proprio tempo pur traendo ispirazione dal passato.
Non è sufficiente prendere le opere d’arte e cambiarle a seconda dei valori del presente. Non vale cambiare i finali delle opere, di Bizet. Se a Bizet davvero vogliamo bene, se vogliamo festeggiare insieme i 150 anni dalla morte di questo genio, allora usiamo il caleidoscopio del presente di un vero artista, Ščedrin, che ci racconta la Carmen, dopo la psicanalisi.

Programma e cast

Durata: 85' ca.

Nicola Campogrande:

Liberi tutti. Concerto per quartetto d’archi e orchestra Prima esecuzione assoluta Commissione dell’Orchestra Sinfonica di Milano, di ADDA Simfónica e della Punavuori Chamber Music Association

G. Bizet / R. Ščedrin:

Carmen Suite

Orchestra Sinfonica di Milano, Meta4 Quartet

Josep Vicent: Direttore

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo

L'Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, che  costituisce la "casa della musica" dell'Orchestra Sinfonica e Coro di Milano Giuseppe Verdi è stato inaugurato nell'ottobre del 1999 e in pochi anni, si è imposto come uno dei principali poli culturali della città.
 
L'Auditorium di Milano nasce dalla ristrutturazione della sala del Cinema Teatro Massimo, progettato da Alessandro Rimini nel 1939 e rimasto inattivo per molti anni. I lavori, resi possibili dall'intervento dell'imprenditore Agostino Liuni, sono stati realizzati su progetto dello Studio Marzorati.
 
La sala è stata pensata come uno spazio multifunzionale utilizzabile per diverse attività: concerti di musica sinfonica, corale e da camera, jazz e musica leggera; registrazioni con tecniche digitali di sonorizzazione, diffusione degli spettacoli attraverso TV satellitare e proiezioni di film su grande schermo.
 
L'Auditorium, dopo l'intervento, ha agibilità di circa 1400 posti.
Le poltroncine sono distribuite nella platea sagomata "a cucchiaio" e nella galleria a gradinate che sovrasta e avvolge la sala con la sua balaustra curvilinea.
Il soffitto è contraddistinto da travature reticolari a vista in cemento armato, originali dell'epoca, che si dispongono a raggiera verso il boccascena con una configurazione suggestiva che il progetto di recupero ha valorizzato ed esaltato.
Il boccascena a conchiglia acustica ha una larghezza di 20 metri.
 
L'eccellente acustica della sala è stata ottenuta tra l'altro ricoprendo il fondo del soffitto e le pareti con pannelli in legno di pero diversamente curvati, distanziati fra loro, con consistente massa lignea, atti a garantire le differenti esigenze di riflessione sonora fornendo adeguati tempi di riverberazione.
L'esigenza acustica impone, oltre che all'interno, attenzione anche verso l'esterno con le porte a doppio battente sovrapposto, con strati fonoisolanti in tutte le murature e con coibentazioni acustiche negli impianti meccanici.
 
A copertura del palcoscenico sono state realizzate pannellature aeree, sempre in legno, a formare vele distanziate fra loro, non solo per esigenze acustiche, ma anche per il contenimento di schermi cinematografici. Sono state installate attrezzature di ripresa televisiva di tipo digitale, remotata o in remoto, che proiettano su due schermi posti ai lati del boccascena e su uno schermo centrale.
 
Il 28 novembre 2001 il Sindaco di Milano Gabriele Albertini ha ribattezzato Largo Gustav Mahler lo spazio antistante l'Auditorium, a riconoscimento della realtà musicale e culturale sviluppata a Milano dall'Orchestra Verdi.
 
Nel 2014 Atm ha ribattezzato Largo Mahler-Auditorium le fermate di tram e bus nei pressi dell'Auditorium.

L'Auditorium è facilmente raggiungibile con i seguenti mezzi:
 

TRAM

3 fermata Largo Mahler-Auditorium
9 fermata P. le XXIV Maggio
15 fermata Castelbarco/Giambologna
 

BUS

59 / 71 fermata Largo Mahler-Auditorium
 

FILOVIA

90 e 91 fermata Tibaldi/Meda
 

METROPOLITANA

Linea 1 fermata Duomo + tram 3
Linea 2 fermata P. ta Genova + bus 59
Linea 2 fermata Romolo + filovia 90 e 91
Linea 2 fermata Famagosta + bus 59
Linea 3 fermata Duomo + tram 3
 

TAXI

deposito Via Torricelli

PARCHEGGI

Romolo (in corrispondenza della Metropolitana Linea 2) aperto da lunedì a sabato dalle ore 7.00 alle ore 20.00
Famagosta (in corrispondenza della Metropolitana Linea 2) aperto tutti i giorni dalle ore 7.00 alle ore 1.00

CONVENZIONE PARCHEGGIO 

Via Gentilino angolo C.so San Gottardo (sopra OVS/Simply-Sma) 
laVerdi offre ai suoi abbonati la possibilità di usufruire del parcheggio di via Gentilino, il giorno del concerto, a prezzi agevolati, acquistando:
 
Carnet da 5 parcheggi a 33 euro anzichè 50 euro.
Carnet da 10 parcheggi a 66 euro anzichè 100 euro.

 

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